mercoledì 17 dicembre 2008

Non Bastano le scarpe per essere eroi...



Tra tante notizie per le quali c'è ben poco da ridere finalmente eccone una simpatica. E' inutile spiegare di cosa si tratta visto che sicuramente lo sapete già, se non lo sapete basta farsi un giro su You Tube scrivendo "Bush shoes" e i filmati che troverete non saranno certo pochi.

Io ora non voglio certo difendere Bush, che di scarpate in faccia se ne meriterebbe tante, quanto criticare i sentimenti che la notizia ha isporato nel mondo. Sono già in molti a proclamare eroe Muntathar al Zaidi (il giornalista iracheno che ha compiuto il gesto), sono moltissimi quelli che lo sostengono, sun faceboook sono nati diversi gruppi in suo onore che contanto migliaia di iscritti, la scarpa è diventata simbolo di protesta in numerose proteste anche qui in Italia.

Ma come è possibile che qualcuno come Muntathar può essere eletto a eroe. Un uomo che guidato dall'odio lancia le proprie scarpe per far male al suo "nemico". Costui può essere davvero chiamato eroe? No, certo che no, un gesto del genere diverte certo, ma non può essere visto come gesto eroico, perchè di eroico non ha proprio nulla.

Ricordiamo poi che l'uomo era un giornalista, un giornalista dovrebbe usare armi diverse per danneggiare un personaggio come Bush, ma ha preferito usare un metodo più diretto. Ma vedendo queste immagini si capisce che Muntathar al Zaidi non era guidato da nessun ideale quanto dall'odio puro e semplice. Non è così che si combatte per la giustizia. E poi a guardare quelle immagini viene di provare più simpatia per Bush costretto a schivare i lanci che lo colgono di sorpresa, e Bush non se lo merita di certo.

Ora vediamo come questa storia finirà (non si sa ancora dove è finito Muntathar dopo il famigerato e relativo placcaggio della security) ma una cosa è meglio ricordarla, non bastano di certo due lanci di scarpe per essere eroi.



2 commenti:

paky's world ha detto...

Marci non sarà di certo un eroe, ma finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di ribellarsi contro quell'essere, quella specie di uomo attaccato al petrolio. Un uomo iracheno che ha avuto il coraggio di ribellarsi. Per quanto riguarda la comicità del gesto, è assoulutamente da condannare: tutto il mondo ha riso, mentre quel gesto non voleva sicuramente destare ilarità, ma un sentimento ribelle. Lo stesso Busch dopo il gesto, mentre il giornalista veniva portato via, alposto di pensare il perchè del gesto e farsi un esamino di coscienza, ha preferito ridere. Quel giornalista ora dovrebbe essere in ospedale perchè è stato picchiato in carcere e non ha avuto modo di parlare con un avvocato. Ecco la fin che fà uno che si vuole ribellare alla società americana.

Marci ha detto...

C'è ribellione e ribellione. Ogni fine ha i suoi mezzi per essere perseguito. La vere ribelliona (o almeno quella "giusta") può essere quella di Michael Moore che ha denunciato il vero volto di Bush,invece quelle del giornalista è una ribellione stupida e inutile.
Sono daccordo con quello che dici su Bush, ma non è lanciando scarpe che si risolvono i problemi.
E' pieno di cause giuste che vengono persegute con metodi sbagliati e ingiusti, questo è uno di quelli.