Il bello di vivere in un paese libero è che ciascuno può scegliere quanto essere informato, ed in base al proprio grado di consapevolezza maturare una propria opinione. In un paese libero una persona può accedere alle informazione o se vuole non farlo, e in base a queste informazioni può far nascere idee che sempre lui decide, delle notizie che decide di ricevere può essere compiaciuto, indignato, fregarsene... sempre lui che decide. Chiaro però che se i mezzi d'informazione non possono compiere il loro dovere in maniera completa risulta che anche il diritto d'informarsi del cittadino non è rispettato, non ha più la possibilità di farlo in maniera esaustiva e l'intero meccanismo è compromesso. Per questo la libertà di un popolo è sempre direttamente proporzionale alla libertà d'informazione.
Il ddl sulle intercettazioni che sta per essere approvato definitivamente va a limitare gravemente la libertà d'informazione. Mutila il diritto dei cittadini di sapere come stanno le cose e porterà l'Italia agli ultimi posti tra i paesi occidentali nella classifica sulla libertà d'informazione. Non è altro che l'atto di una politica che vuole nascondere la sua cattiva coscienza dietro ad un muro di silenzio e che per farlo è pronta a sacrificare un pezzo fondamentale dei nostri diritti e della nostra libertà. Ci sono parecchi episodi e scandali che hanno dato significative scosse all'opinione pubblica che non si sarebbero mai saputi se la legge fosse stata già in vigore.
Il pretesto per un tale atto ignobile è la privacy, ma è chiaro che la privacy non c'entra proprio nulla, è solo la necessità urgente di una classe politica di calare un sipario impenetrabile sulle inchieste che la coinvolgono e di mettersi al riparo da scandali e da tutto ciò che potrebbe far emergere il suo vero volto e garantirsi un futuro di impunità per continuare a fare le proprie porcate senza temere il giudizio dell'opinione pubblica.
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