Non si tratta di snobismo o tendenze eremitiche... il fatto è che oggi come oggi una giusta (anche piccola) distanza è indispensabile. Distanza da che? Ma dal mondo, che diamine! Perché a forza di sguazzare nel pantano si finisce per non riuscire più ad uscire, o peggio ancora che il pantano non lo si vede neanche più e non si vuole neppure più uscirne. Perché la cosa peggiore del pantano è proprio che quando ci sei dentro fin sopra i capelli non vedi nient'altro e ti viene da pensare che non sia neppure poi così male stare immersi nel fango.
Da qui l'esigenza di un distanza. Mica oceani e catene montuose. Solo una piccola distanza da mettere fra se e il mondo, solo per avere un punto di vista un poco migliore. Solo pochi scalini per vedere le cose un poco dall'alto.
Italo Calvino diceva che esistono due modi per non soffrire l'inferno dei vivi. Il primo è accettarlo e unirsi ad esso fino a non vederlo più. Il secondo, assai più difficile perché richiede un impegno continuo, è cercare di riconoscere in mezzo all'inferno chi e cosa non è inferno e dargli spazio, farlo durare. Ecco a cosa serve, a mio avviso, la giusta distanza, a vedere chi o cosa non è inferno.